005.Eremo di San Miro presso Canzo (Paesaggio con Centrale elettrica)

Eremo di San Miro presso Canzo (Paesaggio con Centrale elettrica)

Marco Gozzi (1759-1839)

Gozzi

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SCHEDA TECNICA

Autore: Marco Gozzi (1759-1839)
Titolo: Eremo di San Miro presso Canzo (Paesaggio con Centrale elettrica)
Cronologia: ca. 1834 – ca. 1835
Materia: tela
Tecnica: pittura a olio
Misure: 90 cm x 126 cm
Inventario: 1980, 163
Acquisizione: Commissionata dal Governo e consegnata all’Accademia intorno al 1834
Collocazione: Milano (MI), Circolo Ufficiali

INSIGHTS

NOTIZIE STORICO-CRITICHE

L’immagine pittoresca di Marco Gozzi è costruita sulla base del colpo d’occhio, che crea con grande d’immediatezza un’istantanea, in cui comunque si possono distinguere tutti gli elementi caratterizzanti. Concretizza, quindi, il passaggio nella pittura paesaggistica lombarda a veduta più realistica. Gozzi, infatti, aggiunge allo sguardo incantato di fronte alla natura una spiccata attenzione al reale.

Tal attenzione è il motivo del rimprovero mossogli dalla rivista Le Grazie (1835), che ritiene l’opera troppo accademica per l’eccessiva cura al dettaglio, derivante dal “vivere” il paesaggio nella realizzazione en plain air. L’enfasi sugli accidenti e luci mostrata in questo dipinto è uno dei tratti tipici della tensione dei paesaggisti dell’800 verso la pittura di Salvator Rosa, richiamata dalla cascata. Ulteriore dimostrazione di tal predisposizione di Gozzi è nel fatto che lo strapiombo tra le montagne sia realizzato in maniera molto superiore al vero, creando sproporzioni che accentuano la magnificenza della natura. Si tratta dell’Eindruck, descritto da Humboldt in Quadri della Natura (1808), ovvero il sentimento primigenio di fronte alla bellezza del paesaggio. Gozzi però innesta su di esso un senso più reale della natura, attraverso il proprio modo di rappresentarla.

Rispetto al dipinto, oggi l’Eremo non presenta più la croce sul tetto e l’affresco con due figure stanti presente sulla facciata è stato nascosto da un pronao e una lunetta con Cristo benedicente, mentre rimane il campanile. L’impostazione del dipinto ricalca quasi alla perfezione la conformazione del luogo, infatti la strada in terra battuta che porta all’Eremo è ancora presente. Sul lato opposto si ha un corso d’acqua che produce alti schizzi, lasciando intendere vi sia una forte pendenza o una cascata; in realtà il torrente Ravella è decisamente meno imponente e scorre placido a lato dell’Eremo.

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L’Eremo è raggiungibile attraverso la via lungo la montagna rappresentata anche da Gozzi. Partendo dalla località di Gajum, con omonima fontana, il percorso a piedi dura circa 20 minuti costeggiando il Ravella. L’escursione permette di vedere le bellezze del paesaggio con gli occhi di Gozzi e attuare un confronto tra il paesaggio moderno e quello ottocentesco.