HAYEZ in mostra alle Gallerie d’Italia


Date: 6 Novembre 2015 – 21 Febbraio 2016
Sede: Gallerie d’Italia – Piazza della Scala, 6 – 20121 Milano (MI)


capolavori di Francesco Hayez, tra i protagonisti del romanticismo pittorico italiano ed europeo, sono stati presentati a Milano per la grande mostra, “Hayez. Venezia 1791 – Milano 1882”, allestita dal 6 novembre 2015 al 21 febbraio 2016 negli spazi monumentali delle Gallerie d’Italia. Le centoventi opere, tra dipinti e affreschi, descrivono tutte le fasi della sua carriera e l’alternanza di stili e generi che lo caratterizzò.

Francesco Hayez, Laocoonte, 1812, olio su tela, cm 175 x 246, Accademia di Brera

L’allestimento procede cronologicamente ma anche per temi, cadenzato dagli autoritratti. Sin dalla prima sezione sulle opere giovanili si evidenzia la dialettica che caratterizza tutta la poetica di Hayez, il dialogo tra aderenza ai canoni e inventiva anticonvenzionale (ed è quest’ultima a prevalere). Un altro fil rouge è la sensualità via via più marcata – talvolta addirittura irriverente per l’epoca – con cui l’artista rappresenta le figure maschili e femminili.  Lo slittamento dal Neoclassicismo al Romanticismo, poi, è un sottotraccia appassionante, proprio perché non avviene nettamente ma progressivamente, con accelerazioni decise e prudenti ritorni.

Francesco Hayez, Bagnante, 1859, olio su tela, cm 133,5 x 120, Accademia di Brera

Si parte dunque da un’opera del 1807 e dal periodo della formazione tra Venezia (sotto l’ala protettrice di Canova) e Roma. E si attraversano tutti i momenti chiave: il lunghissimo periodo di permanenza all’Accademia di Brera, le commissioni, i rapporti con personalità come Manzoni, i capolavori maturi. Tra ritratti, scene allegoriche, pittura di storia, pittura sacra e qualche (sobrio) passaggio orientalista.
Non mancano i capolavori più noti, come il Ritratto di Alessandro Manzoni del 1841 e naturalmente Il Bacio, presentato in tre versioni: quella della Pinacoteca di Brera del 1859 e altre due del 1861 e 1867. Molte altre opere valgono la visita, ad esempio tre capolavori di malizia, sensualità e maestosità pittorica come la Maddalena penitente del 1833, che fece scandalo all’epoca, Meditazione del 1851 e Accusa segreta del 1847-48. Si incontrano pure piccoli gioielli che stupiscono per la loro modernità, come L’angelo annunziatore del 1824, che sembra già un quadro degli Anni Venti del Novecento. La spettacolare sala centrale, poi, riunisce sculture di Canova, Vincenzo Vela e Puttinati: un confronto tra la pittura di Hayez e la scultura del suo tempo, in un andirivieni di influenze reciproche.

Francesco Hayez, Ritratto di Giovanni David sulla scena del melodramma «Gli arabi nelle Gallie», 1830, olio su tela, cm 224 x 164, Accademia di Brera

Per questa importante occasione sono stati chiesti in prestito all’Accademia di Brera 9 dipinti dell’artista veneziano che fanno parte delle Collezioni accademiche: Laocoonte, La Congiura dei Lampugnani, Cupido, Ritratto di Giovanni David sulla scena del melodramma “Gli Arabi nelle Gallie”, La Maddalena PenitenteRitratto dell’ Imperatore Ferdinando I d’AustriaRebecca al pozzo, Bagnante e Busto di donna dai capelli sparsi. 

Francesco Hayez, Busto di donna dai capelli sparsi, 1876, olio su tela, cm 82 x 67, Accademia di Brera
Movimentazione delle opere: l’arrivo del dipinto Rebecca al pozzo dell’Accademia di Brera alle Gallerie d’Italia. © Rachele Zappa

Inoltre, fino al 21 gennaio l’Accademia di Brera ha proposto nella Sala Napoleonica un’esposizione che ricostruisce la lunga permanenza del pittore a Brera con dipinti, incisioni, interessanti documenti e libri d’epoca intitolata Hayez a Brera. Il laboratorio di un pittore.