008.Vittore Pisani Liberato dal Carcere e portato in Trionfo

Vittor Pisani Liberato dal Carcere e portato in Trionfo

(Francesco Hayez 1867)

© Tutti i diritti riservati.

SCHEDA TECNICA

Autore: Francesco Hayez (1791-1882)
Titolo: Vittor Pisani Liberato dal Carcere e portato in Trionfo
Cronologia: 1867
Materia: tela
Tecnica: pittura a olio
Misure: 170 cm x 100 cm
Inventario: 1980, 180
Acquisizione: presentata a Brera nel 1867 come seconda versione di un dipinto del 1840
Collocazione: Milano (MI), Accademia di Belle Arti di Brera

NOTIZIE STORICO-CRITICHE

Il dipinto, presentato a Brera nel 1867 con il titolo “Vittore Pisani liberato dal carcere e portato dal popolo in trionfo sino alla scala del Consiglio, dove viene ricevuto dal Doge Contarini”, è la seconda versione della tela eseguita nel 1840 per il ministro degli interni austriaco conte di Kolowrat, documentato dall’incisione di Domenico Gandini, su disegno di Andrea Appiani junior, comparsa sull’Album di quell’anno. Il tema, in gran voga tra gli anni Quaranta e Settanta perché affronta il trionfo della giustizia popolare sul potere, più che derivare dalle celebri “Vite dei Dogi” di Marin Sanudo, si rifà alle “Memorie di Vettor Pisani, dedicate al N.U. Giacomo Nani”, come indica un foglio autografo dell’artista datato 18 agosto 1839. Diversamente dalla versione originale, in questa tela Hayez cambia sostanzialmente l’impostazione formale, in particolare il rapporto tra l’ambientazione e le figure che, nel caso in esame, sono più dilatate nello spazio, rallentandone in tal modo il ritmo compositivo in direzione di una resa più realistica e filologica dei fatti. Il dipinto non entusiasmò particolarmente la critica, come riporta il Boito che sul “Politecnico” scriveva: “Non v’è altro soggetto veneziano che più ci stufi di questi due (Vittor Pisani e Marini Falieri), se non fosse il Foscari. L’Hayez, per vero dire, ci ha messo un poco di novità, massime nelle espressioni. Il Doge contarini e i senatori (…) sono essi giustamente figurati; ma i gruppi di popolani (…) ci sembrano meno singolari”. L’opera venne riprodotta in una xilografia anonima nel 1890 sul giornale “Illustrazione popolare” accanto ad un articolo commemorativo “Milano per Francesco Hayez”.